La figura di Costantino Mortati è tra i costituzionalisti che hanno rimarcato con maggiore influenza la giuspubblicistica italiana. Il suo percorso scientifico ha attraversato diversi assetti ordinamentali - dall'esperienza dello Stato totalitario all'avvento della democrazia pluralista - confrontandosi con complesse fasi di mutamento e transizione. In relazione a esse, Mortati ha costruito categorie dogmatiche innovative in chiave di integrazione tra approccio giuridico e dimensione politica.
Un metodo - si direbbe oggi - ad elevata vocazione interdisciplinare, che poggia sulla influenza che sullo studioso esercita il pensiero, tra gli altri, di Gaetano Mosca (va ricordato che Mortati consegue, nel 1929, la laurea in Scienze politiche, dopo quelle in Giurisprudenza, nel 1914, e in Filosofia, nel 1917) e si forgia nelle esperienze istituzionali di cui Mortati è protagonista, su tutte quelle di deputato alla Costituente (e lì all'interno della Seconda sottocommissione della Commissione per la Costituzione) e di giudice della Corte costituzionale.
In virtù di una così ricca e articolata traiettoria e della riconosciuta profondità del suo pensiero, le elaborazioni di Mortati continuano ad offrire formidabili strumenti analitici, irrinunciabili - in particolare - in una fase come quella odierna, in cui gli ordinamenti democratici si confrontano con processi di "grande trasformazione" (nell'accezione polanyana della formula). Per quanto le opere monografiche di Mortati siano note alla comunità scientifica e già edite, esse risultano spesso di difficile reperimento (anche nelle versioni, più o meno recentemente, ripubblicate): se ne ritiene assai utile una riproposizione completa, sistematica e aggiornata negli apparati critici, soprattutto a beneficio delle più giovani generazioni di studiosi.
Allo stesso tempo, si intende pubblicare, in una veste sistematicamente aggiornata, la produzione "minore" dello studioso, guardando sia ai contributi in senso stretto scientifici (articoli in rivista e in volumi collettanei, voci di commentari) ma anche agli apporti dello studioso rinvenibili in altre sedi (ad esempio: interventi in Assemblea costituente, articoli di giornali, interviste).

